L'appuntamento è davanti la villa. La visita sarà guidata dal dott. E. Tornatore che ha effettuato recenti studi sulle decorazioni nelle sale fino ad ora inaccessibili.
Successivamente si visiterà l'arco del PadrEterno, forcipe collegato al centro del perduto viale della villa e la nuova galleria di arte contemporanea Drago.
La fondazione del complesso, noto come la "Villa dei Mostri", risale al Principe di Palagonia Francesco Ferdinando I di Gravina. Il progetto è con certezza del domenicano Tommaso Maria Napoli, la direzione dei lavori dopo il 1715, porta il nome Agatino Daidone.
La Villa già prima delle decorazioni messe in opera dal nipote del fondatore, Ferdinando Francesco III Gravina Alliata, racchiudeva già tutta la potenzialità di una residenza magica, che alla planimetria ad ordinamento fisso dell'edilizia barocca palermitana, fedele al classicismo tardo manieristico, contrappone una tensione cronica, che dal primo momento doveva apparire dotata di stravagante fascino.
"Le idee e l'intenzionale controsenso che guidano le sculture, lasciano intendere chiaramente la volontà di prendere in giro la civiltà antica e la mitologia, cosa che ad un classicista della fine del '700 avrebbero fatto venire i brividi" cosi scriveva Karl Lohmeyer nel suo Barocco di Palagonia, e continuava "ci si chiede, cosa avrebbe fatto un maestro come Ferdinand Diez, l'artista che ha creato la scalinata del palazzo di Treviri, (e varie sculture) disprezzate e frantumate che come numero ed effetto si eguagliano, se non addirittura superano quelle di Bagheria, se avesse avuto un committente come il Principe di Palagonia?".
Il nascente neoclassicismo, presente nella Villa a discapito di molte altre cose distrutte si deve successivamente al fratellastro nonché genero del Gravina-Alliata che appose il nuovo stemma dei Gravina con l'iscrizione citata dal Lohmeyer "Salvatore Gravina, primo di questo nome, principe di Palagonia, fratello del fu Francesco Ferdinando fondatore di questi singolari ornamenti", e segue con più esplicita e fiera iscrizione "cangio l'antica interior struttura al gusto di moderna architettura". Avviata la demolizione, di parti non corrispondenti al gusto classicista il fratellastro Salvatore, rese un brutto favore a Bagheria ed alla Sicilia dando vita al volano del sacco barocco che si diffuse negli anni sessanta, nonostante l'eloquente grido dell'Urbanista Edoardo Caracciolo, che proprio in quegli anni lanciava l'atroce, ignorato appello "sapranno i custodi custodire o dovranno essere custoditi alla loro volta?".
Per informazioni e prenotazioni Tel. 3394121267 - Email: bagheria@siciliantica.it.
foto Villa Palagonia.
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