Milano, 29/05/2015. “Allo stato attuale dell'economia italiana, mentre il consumo del food è in calo del 2%, nel settore delle somministrazioni in ambito turistico- hotel, Resort e villaggi, crocieristico- il consumo segna una crescita a 2 cifre!”.
Finzi |
All'evento sono stati presentati i dati ad oggi della ricerca working progress condotta annualmente dall'associazione; ulteriori dati saranno presentati nella fase più avanzata dello scouting al convegno nazionale dal 22 al 24 novembre al Saint-Vincent Resort & Casino. “
“Si tratta di numeri indicativi di un fenomeno e non certo esaustivi della realtà – spiega uno dei soci fondatori di AIFBM, Roberto Santarelli-, d'altra parte a studiare il fenomeno, al momento è solo l'associazione che nel 2014 ha avviato un osservatorio permanente allo scopo di far conoscere e tutelare il ruolo strategico del food&beverage manager per lo sviluppo della produzione, dei consumi e del turismo di qualità nel nostro Paese.”
Un ruolo che come Finzi ha sottolineato è effettivamente significativo.
Santarelli |
Per quanto riguarda il beverage, dopo l'acqua (5 milioni di litri) sono in testa vini&spumanti (1,3) e ultimo è il caffè (0,3). Nel food, va alla grande la frutta (3mila tonnellate), ma anche il pesce e i prodotti per panificazione (700 tonnellate circa).
Curiosi certi numeri come il consumo delle brioche che ad esempio in sole 4 strutture supera i 150.000 pezzi l'anno. E sono 100 milioni le somministrazioni all'anno solo nel settore crocieristico.”
“Secondo il nostro trekking study dei consumi nazionali in generale che stiamo portando avanti con il mio istituto 11 mesi l'anno- ha detto Finzi-, la crisi è ancora significativa, il 66% degli adulti italiani dichiara che il proprio tenore vita è negativo ma non più drammatico come 2 anni fa. E da qui all'agosto 2016 sembra farsi strada una certa fiducia, sentimento importante per la ripresa dei consumi, anche se il 54% della popolazione continua ad essere pessimista, ma questa percentuale negli ultimi 4 anni è diminuita.
In tale scenario, il mercato rappresentato da AIFBM dimostra di essere uscito prima dalla crisi e questo per 3 motivi. Il settore ha guadagnato terreno perché si rivolge a un target più elevato, perché rappresenta il turismo di qualità (nel 2015 il turismo in genere segna un incremento del 16%, un andamento eccellente) e infine perché in questi anni il turismo ha visto crescere la professionalizzazione, specie nella hotellerie, con investimenti importanti nella qualità globale, delle strutture, della formazione, dei servizi.
I dati AIFBM dimostrano fondamentali elementi di forza del segmento del food&beverage management. Si dice che il cibo è cultura e comunicazione, ebbene essa è efficace se il messaggio è di qualità, se l'emissario è autorevole e se il contesto è di pregio. Una bibita servita al baretto posticcio sulla spiaggia comunica il suo brand ben diversamente che sulla terrazza panoramica di un 5 stelle.
Le imprese dovrebbero riflettere sul fatto che i food & beverage manager muovono grandi numeri in contesti di grande valore comunicativo e che il trend è in costante espansione. Inoltre, c'è un altro fattore: la clientela degli alberghi sta cambiando e cresce quella locale attirata proprio dall'offerta food&beverage. E al contempo, anche il viaggiatore seleziona la struttura anche sulla qualità del food&beverage.
E il food&beverage manager spesso con questo servizio fa quadrare i bilanci perfono dell'albergo. Questo professionista insomma non è solo una macchina per vendere ma anche per comunicare, un vero e proprio medium”.
Pira |
Ha spiegato Pira: “L’F&B manager infatti propone ed esegue il budget di intesa con la direzione generale e il responsabile marketing, definendo gli obiettivi specifici della divisione F&B e operando nella scelta di strategie e metodiche per il raggiungimento del target. Definisce, inoltre, il livello qualitativo e quantitativo degli approvvigionamenti, delle somministrazioni e delle attrezzature e, al fianco dell’executive chef e del sommelier, fissa gli standard delle ricette e del servizio enogastronomico. Occorre molta determinazione per essere capaci di coinvolgere tutto il team adeguatamente agli obiettivi”.
Dellea |
AIFBM è l'associazione nazionale che riunisce i manager del settore hotellerie, indipendente e a catena, nonché della ristorazione commerciale e strutturata, ai quali , nelle organizzazioni, vengono affidati l’analisi, il controllo, la responsabilità e, più in generale, la gestione della divisione food & beverage.
Costituito nel 2012, l'ente ha lo scopo di delineare, supportare e far conoscere questa categoria emergente nell’economia del turismo e della ricettività italiana.
Presidente di AIFBM è Severino Dellea, dal 2010 direttore della divisione F&B del Saint Vincent Resort e Casinò. «Tra i miei obiettivi primari - dichiara - c’è la diffusione della consapevolezza rispetto all’importanza della figura professionale del F&B Manager all’interno delle strutture nelle quali opera».
In un panorama di oltre 5.500 alberghi 4 e 5 stelle (dato Federalberghi), tra quelli più vocati alla migliore offerta qualitativa, si registra un costante aumento della presenza del food & beverage manager. Nell'' organigramma spesso egli si posiziona al fianco del room division manager o ricopre funzioni di vice-direzione.
L’F&B manager infatti propone ed esegue il budget di intesa con la direzione generale e il responsabile marketing, definendo gli obiettivi specifici della divisione F&B e operando nella scelta di strategie e metodiche per il raggiungimento del target. Definisce, inoltre, il livello qualitativo e quantitativo degli approvvigionamenti, delle somministrazioni e delle attrezzature e, al fianco dell’executive chef e del sommelier, fissa gli standard delle ricette e del servizio enogastronomico.
Per quanto riguarda il business mosso dagli F&B manager italiani, l’Osservatorio AIFBM - il centro studi creato con lo scopo di aggregare i dati di acquisto e di consumo delle strutture - ha stimato, in seguito a una prima ricerca effettuata nel 2014 sul 2013, un giro di affari complessivo del settore di circa 3 miliardi di euro. 33 milioni solo gli acquisti delle 101 strutture dell'hotellerie affiliate al networkprese a campione dall'Osservatorio.
L’Associazione opera dunque per il riconoscimento dell'identità del reale ruolo manageriale del responsabile del reparto F&B, che ha molto da dire sia in termini di volumi di acquisti sia in termini di know how commerciale, dei consumi, finanziario e marketing.
Per tutti gli F&B Manager italiani e per tutti coloro che si vogliono affacciare alla professione, AIFBM vuole essere un punto di riferimento per la valorizzazione professionale, organizzando anche momenti di formazione, favorendo il networking e la visibilità e producendo informazione specialistica in particolare grazie all'organo ufficiale di stampa Locali Top.
Nel 2014, proprio con lo scopo di favorire uno scambio di esperienze e skill professionali a livello internazionale, AIFBM ha dato vita a due partenariati con l’associazione svizzera e con quella tedesca.
Nel 2016, all'interno del “cantiere” AIFBM, prenderà corpo il progetto di far nascere un albo capace di indirizzare verso professionisti di sicuro affidamento e prestigio, sulla scorta della nuova norma in materia di professioni non riconosciute.
Grazie al rapporto storico del periodico Locali Top con le migliori aziende di settore, AIFBM inoltre vuole e può diventare la piattaforma di collegamento tra le imprese di produzione e fornitura e gli F&B Manager, in modo da creare un link virtuoso e un canale di comunicazione diretto ed efficace tra offerta e domanda.
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