Secondo la Cia, quest'anno quasi un italiano su due non parte e chi lo fa non si allontana troppo, scegliendo località vicine e soluzioni "low-cost". In questo quadro, il soggiorno in campagna tiene meglio degli altri con un calo di presenze lieve (-3,2%) e quasi 1,5 milioni di ospiti attesi fino alla fine di agosto.
Roma, 2 agosto - La crisi taglia le vacanze, azzera i viaggi oltreconfine e riduce di netto la durata delle prenotazioni. Nonostante il "bollino nero" sulle autostrade annunciato per domani, il primo dopo più di un mese dall'inizio dell'estate, non ci sarà alcun cambio di rotta nell'andamento del turismo domestico, previsto in calo dell'8 per cento rispetto al 2012. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Nessun serpentone interminabile di auto in coda sotto il sole, si può dire addio alle giornate da blocco della circolazione -osserva la Cia-. Perché quest'anno, con la recessione, le retribuzioni ferme e il potere d'acquisto sottoterra, quasi la metà degli italiani resta a casa in città. E anche tra chi parte, la scelta per 7 vacanzieri su 10 è quella di non spostarsi troppo: località vicine, soggiorni brevi e soluzioni "low-cost".
Tutti elementi che premiano gli agriturismi, che "resistono" meglio degli altri ai colpi della crisi con 1.450.000 ospiti attesi fino alla fine di agosto e un calo di presenze leggero (-3,2 per cento) sullo stesso periodo dell'anno scorso -evidenzia la Cia-. D'altra parte, la necessità delle famiglie di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo anche in vacanza permette alle strutture ricettive in campagna di soffrire meno il crollo della stagione turistica, anche grazie ai listini sostanzialmente invariati e l'aumento di "pacchetti" in offerta.
Negli agriturismi -spiega la Cia- c'è il relax in mezzo al verde ma non così lontano dal centro urbano; l'opportunità di soggiornare, risparmiando, vicino al mare o alle città d'arte; e soprattutto c'è l'aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. D'altra parte, per metà degli italiani andare in vacanza vuol dire proprio questo: riposo (25 per cento), buona tavola (19 per cento) e attività ricreative e culturali (13 per cento).
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