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venerdì 1 aprile 2016

Riparte il Festival degli agriturismi italiani, Cia: asset vitale per il settore primario (+55% in 10 anni)

Ieri si è aperta la seconda edizione del Festival. In primo piano la figura del 'super cuoco agricolo': "Noi specialisti nella tutela della biodiversità, dei saperi contadini e nella trasformazione delle produzioni di stagione e di prossimità. Nel nostro mondo c'è spazio per i giovani, la multifunzionalità può garantire migliaia di posti di lavoro nel settore. La vera novità del movimento è la crescita enorme delle fattorie sociali attive".

Dopo aver deliziato i palati dei visitatori di Expo 2015, con il primo Festival degli agriturismi italiani, tornano gli Agrichef che si sono dati appuntamento nel Lazio per la seconda edizione della rassegna promossa dalla Cia. Nel 2016 non cambia il format che si è rivelato vincente: contaminazioni regionali nelle cucine degli agriturismi. 

Trenta aziende laziali ospiteranno, quindi, altrettanti Agrichef provenienti dalle tutte regioni d'Italia per dare vita, assieme, a menù straordinari e degustazioni per gli appassionati dei piatti di campagna. La scelta del Lazio non è casuale: in contemporanea con il Giubileo, per dare un'opportunità in più a chi viene da lontano e vuole scoprire anche la realtà rurale di questo territorio. 

Dentro un percorso alla scoperta dei gusti genuini, il Festival degli agriturismi italiani vuole essere anche l'occasione per mettere in luce il movimento delle Fattorie sociali, una realtà crescente che anche nel Lazio svolge un importante ruolo a vantaggio delle persone che vivono difficoltà, disagi sociali e in molti casi handicap psico-fisici.

Si parte oggi con la prima serata in un agriturismo dei Castelli Romani (Capodarco – Grottaferrata) dove cucinerà un Agrichef pugliese, Roberto Barberio di Laterza. Un segmento divenuto fondamentale per la sostenibilità economica dell'agricoltura italiana. 

Infatti, dalla legge del 1985 che sancì il ruolo multifunzionale dell'azienda agricola con il riconoscimento dell'agriturismo, oltre 20mila strutture sono nate, creando opportunità di lavoro e garantendo vitto, alloggio e servizi sempre più accurati a milioni di turisti italiani e stranieri. 
E oggi si aprono nuove frontiere per il comparto, con idee che si traducono in nuove possibilità d'impiego. Come nel caso dell'Agrichef, appunto, che vogliono distinguersi e mettere in risalto le loro peculiarità rispetto a quelle dei più famosi chef "stellati", diventati nell'immaginario delle vere e proprie star.

Ma chi è l'Agrichef? Intanto si tratta di una definizione che vanta già innumerevoli casi d'imitazione (ma il marchio originale depositato è della Cia). Quelli che hanno ottenuto il riconoscimento sono un centinaio finora. 

L'Agrichef è un cuoco/cuoca di comprovata abilità ed esperienza che esercita il suo mestiere all'interno della cucina dell'agriturismo. Può essere il titolare d'azienda, un elemento della famiglia ma anche un esterno che però si impegna a trasformare principalmente produzioni agricole aziendali, o di prossimità, nel rispetto della stagionalità e utilizza nella realizzazione delle pietanze ingredienti legati alla tutela della biodiversità. 

Questo per favorire, attraverso il consumo di specifici prodotti, la costante coltivazione dei medesimi preservandoli dal rischio dell'estinzione. Un processo virtuoso, quindi, per l'agricoltura nel suo complesso, che rifugge la standardizzazione delle produzioni, mirando all'esaltazione delle differenze anche a discapito delle convenienze sulle rese "quali-quantitative".

Agriturismo, asset vitale per il settore primario: il 55% di aziende in più in 10 anni

Con quasi 1,2 miliardi di fatturato, escluso l'indotto, il movimento delle "aziende agricole ospitali" ha tamponato l'emorragia e la fuga dal settore. Dal 2005 ha chiuso circa il 22% delle aziende agricole tradizionali.

Con la Pasqua alle spalle, il settore agrituristico italiano si proietta verso la stagione calda. Le prime stime parlano di una buona tenuta nel week end di festa, con un +15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 

Ma le vere aspettative sono per l'estate, quando gli operatori agrituristici contano di registrare un significativo incremento delle presenze, compreso tra i 7,5 e gli 8 milioni di ospiti, nel periodo maggio-settembre. 

Sul fronte delle prime opzioni di prenotazione, bene le strutture nelle vicinanze del mare e in collina, stazionarie quelle di montagna. La speranza per la stagione estiva è di sfondare il muro di 1,5 miliardi di euro di fatturato complessivo. 

Un risultato a portata di mano, con un potenziale di più di 232 mila posti letto e quasi 480 mila coperti per il ristoro. Oltre a ciò, si segnalano oltre 2.000 aziende attive specializzate in attività sociali e didattica agricola. Questa è la fotografia del comparto scattata dalla Cia-Agricoltori Italiani, nel corso dell'incontro stampa per lanciare la seconda edizione del Festival nazionale degli agriturismi italiani. 

Tornando ai dati -snocciolati da Cia e Turismo Verde nell'occasione- emerge una percentuale particolarmente significativa: negli ultimi dieci anni ha cessato l'attività il 22% delle aziende agricole, mentre nello stesso periodo le aziende agrituristiche sono più che raddoppiate, facendo registrare un +55%. Nel 2015 il fatturato diretto (senza indotto) degli agriturismi è valso circa 1,2 miliardi di euro e ha rappresentato oltre un quarto del valore dei servizi (attività secondarie) generati dall'agricoltura.
Quindi, il ruolo multifunzionale dell'azienda di campagna si dimostra vitale per il settore. Così come l'agriturismo risulta fondamentale per la tutela ambientale e paesaggistica: infatti un'azienda su tre "resiste" in aree montane con 7.050 unità. Altro numero che evidenzia la particolare evoluzione del comparto nell'ultimo decennio è quello riferito alla crescita dei titolari donna: ben 7.817 agriturismi hanno una leadership "rosa".
Cresce pertanto il movimento agrituristico italiano e cambiano anche i fruitori. Sono sempre di più i turisti interessati a vacanze in zone rurali, alla ricerca di prodotti tipici e di servizi innovativi e a elevato rapporto qualità prezzo. "Il comparto si dimostra in continuo movimento -hanno spiegato i presidenti di Cia e Turismo Verde Dino Scanavino e Giulio Sparascio- con un moltiplicarsi d'idee e servizi che puntano alla specializzazione e alla differenziazione. 
In molti si sono organizzati per effettuare la vendita diretta dei loro prodotti in azienda, dando vita anche a moderni sistemi di rete come quello promosso proprio dalla Cia con il marchio 'La spesa in campagna'. Ma altri puntano a opzioni che guardano all'ospitalità a 360 gradi: significativo è lo sviluppo enorme della rete delle Fattorie sociali e didattiche, che supera nel 2016 le 2.000 strutture o quelle che si accreditano per la gestione di siti archeologici, mettendo a disposizione della collettività, nazionale e internazionale, un patrimonio culturale che diversamente rimarrebbe colpevolmente sommerso e infruttifero".
Per un agriturismo che si trasforma "mutano anche le esigenze del personale impegnato nella gestione dell'attività -hanno osservato Scanavino e Sparascio-. Pur rimanendo prevalenti le aziende a conduzione famigliare, si aprono spazi per altre figure profilate. Oltre ad agronomi, enologi, agrotecnici il bacino si allarga a esperti in e-commerce, marketing, amministrazione, grafici, interpreti, guide e altri".
Un capitolo a parte, invece, per gli Agrichef: "Il buon cibo, la tavola, rimane il vero "must" dell'agriturismo. L'ospite agriturista è particolarmente attento e più sofisticato nelle scelte. Non rinuncia alla genuinità, ai piatti della tradizione e ora richiede materie prima di prossimità. Per soddisfare questa domanda le cucine degli agriturismi hanno dovuto fare un salto di qualità. C'è chi ha frequentato corsi di specializzazione, chi proviene da scuole alberghiere, chi, se pur da autodidatta, non teme il confronto con i più noti chef 'stellati' della ristorazione classica -hanno concluso i presidenti di Cia e Turismo Verde-. Basta vedere i numeri del comparto per comprendere come siano ampi i margini e le opportunità di lavoro. Insomma, c'è posto per chi intende sposare la filosofia dell'Agrichef: agricoltore e cuoco".
Così nell'ultimo decennio:




FATTURATO (milioni di euro): 1.190
AZIENDE AGRITURISTICHE IN ITALIA: 21.744 (+55% in 10 anni)
di cui
in montagna: 7.054
condotti da donne: 7.817
POSTI LETTO: 232.580 (+65% in 10 anni)
POSTI A SEDERE (RISTORAZIONE): 423.777 (+59% in 10 anni)

STIMA PRESENZE AGRITURISMO
APRILE-GIUGNO 2016: 2,5 MILIONI di utenti
LUGLIO-SETTEMBRE 2016: 7,2 MILIONI di utenti

(Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Cia su dati Istat e Infocamere)
______________________________________
CIA- Confederazione italiana agricoltori
Via Mariano Fortuny, n. 20
00196-ROMA


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