L'Associazione "Amici dell'Archivio di Stato di Termini Imerese" è nata recentemente con lo scopo di tutelare e valorizzare i trentamila registri notarili, dal 1408 al 1866, provenienti dal distretto di Termini Imerese, che abbraccia un comprensorio di ben 34 comuni da Alia a Villafrati.
I documenti storici che saranno esposti riguardano il tratto ferroviario Termini Imerese–Cefalù, del tronco della ferrovia Palermo–Messina, perché costituisce la sintesi di molteplici aspetti politici ed economici che sono alla base della genesi delle ferrovie sicule. Basta, infatti, soffermarsi su un aspetto importante: se in tutto il regno si chiedeva un mezzo di trasporto sicuro veloce ed economico, che avvicinasse le città, nell'isola il dibattito ferroviario era incentrato esclusivamente sul problema dei trasporti dello zolfo. Così, nella scelta dei tracciati, nella localizzazione delle stazioni, nelle modalità attuative della rete, diventava prioritario il fattore economico minerario e secondario quello dei viaggiatori. Termini Imerese, pertanto, diventava il simbolo delle scelte prioritarie perché dotato di un porto per l'inoltro dello zolfo, mentre Cefalù diventava uno dei principali emblemi di un centro urbano servito direttamente dalla ferrovia. Queste scelte prioritarie, peraltro, ebbero anche un effetto temporale di spostare l'inizio della storia ferroviaria in Sicilia al 28 aprile 1863, data di inaugurazione del breve tratto di poco superiore ai tredici chilometri che collegava Palermo con Bagheria. Inizia, così, questa prima tappa incentrata su una mostra di documenti iconografici sia sull'intero tracciato del tronco Termini Imerese–Cefalù che sulle due stazioni estreme.
Sarà possibile ammirare l'intero profilo plano-altimentrico del tratto, con un'iconografia del 1890 a colori, della lunghezza di quasi quattro metri. Ogni stazione estrema, invece, avrà diversi piani generali che riproducono lo stato originale dell'impianto ferroviario, con gli eventuali lavori di sviluppo realizzati nel tempo. Interessanti, per la loro completezza, ma anche per la rarità di poterli finalmente ammirare, sono i progetti di ampliamento dei piazzali, o dei fabbricati, con le tavole riproducenti persino gli infissi da utilizzare. Non potevano mancare i disegni dei fabbricati viaggiatori, come quello di Termini Imerese con l'originaria pensilina in metallo o dei magazzino merci, un tempo centro di smistamento delle merci.
Giuseppe Forte, nato a Cefalù nel 1947, ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte di Cefalù, diplomandosi nel 1962, e l'Accademia di Belle Arti di Palermo, dove ha conseguito il diploma in decorazione pittorica nel 1966. Dal 1964 ha partecipato a numerose mostre collettive conseguendo significativi premi e segnalazioni. Ha allestito mostre personali in molte città italiane come Roma, Milano, Cremona, Ferrara, Pescara, Arezzo, Palermo, Caltanissetta, Enna. E' stato il primo artista a realizzare 40 chine con vedute di tutti i paesi delle Madonie allestendo una mostra personale nel 1981. Ha realizzato copertine e illustrazioni per riviste, libri di poesie e di racconti. Ha scritto articoli e recensito artisti. La sua attività è documentata da riviste specializzate e cataloghi nazionali d'arte moderna. Numerosi i critici, televisioni e radio si sono occupati del suo lavoro.
Nella foto la ferrovia a Termini Imerese nei primi anni del Novecento.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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