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giovedì 18 novembre 2010
Scoprire l'hamam in Turchia
L’hamam, letteralmente bagno di vapore, venne tramandato direttamente dai romani ai bizantini. Da qui arrivò fino ai turchi che, di fatto, dell’impero bizantino sono i principali eredi. In Turchia il momento dell’hammam è sempre stato un appuntamento importante e molto atteso, specialmente per le donne che coglievano una delle poche opportunità di autonomia in una società che non consentiva loro molte occasioni di svago. L’arrivo dei moderni impianti domestici (box doccia idromassaggio che spesso danno la possibilità di usufruire di un buon bagno turco senza uscire dalla propria casa) hanno ridotto persino in Turchia la frequentazione dei bagni pubblici, tuttavia questa tradizione sopravvive ancora oggi. Probabilmente anche a causa della diminuzione delle presenze molti bagni pubblici turchi, certamente i più belli, hanno aumentato decisamente le proprie tariffe, fatto che li ha collocati al di fuori della portata della maggior parte delle persone comuni. Allo stesso tempo anche la qualità dei servizi è decisamente peggiorata anche perché con una clientela ‘mordi e fuggi’ la fidelizzazione del visitatore non è più un obiettivo primario per questo tipo di piccole realtà aziendali.
Ma cosa aspettarsi una volta varcata la soglia di questi luoghi? Il primo passo è quello di pagare per i servizi di cui si vuole usufruire. Dopodiché si inizia il percorso entrando nello spogliatoio, il camera, dove viene fornito un paio di zoccoli in legno (nahin) con i quali si entra dapprima nel sogukuk (la stanza fredda) per poi passare all’hararet, la stanza calda, dove ci si rilassa per qualche minuto. Qui avete la possibilità di lavarvi da soli o di scegliere di utilizzare un inserviente che, dopo avervi lavato, rimuoverà i residui di pelle morbida mediante l’utilizzo del kese, un guanto di stoffa ruvida.
Per completare l’esperienza consigliamo vivamente di usufruire di un massaggio finale: alcuni vengono eseguiti direttamente sul pavimento in marmo o su un tavolo, ma solitamente viene utilizzata una grande lastra di marmo chiamata gobektasi.
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