Turismo, Property Managers Italia contro il Piano Colao: "Spinge a incentivare gli alberghi rispetto alla locazione di appartamenti: è folle".
Il presidente Bettanin: "Siamo la chiave per la ripartenza invece veniamo denigrati: è inaccettabile"
Firenze, 10 giugno 2020 - Il Piano Colao per la ripartenza post Covid considera il turismo come elemento centrale della ripartenza. Ma muove contro il settore extra-ricettivo, che rappresenta oltre la metà del comparto, proponendo di incentivare il turismo alberghiero a discapito di quello residenziale. "E' inaccettabile: non solo la maggioranza del settore del turismo residenziale non riceve incentivi e contributi dal governo, previsti invece per gli alberghi per fronteggiare l'emergenza Covid-19, adesso viene anche attaccato e denigrato" afferma Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia, Associazione Nazionale di categoria del Turismo Residenziale che rappresenta quasi un migliaio di aziende che operano in maniera professionale in questo settore, e più di 60.000 alloggi su unità immobiliari dislocate in tutta Italia.
Nella scheda 43.i del rapporto "Iniziative per il rilancio Italia 2020-22" che il Comitato di esperti in materia economica e sociale guidato da Vittorio Colao ha consegnato nei giorni scorsi al Governo, tra le misure per la protezione del settore e dell'occupazione, si legge: "Occorre stimolare la domanda del prodotto alberghiero, rispetto a quella della locazione di appartamenti".
Un'affermazione "folle", secondo Property Managers Italia. "Questa sarebbe la soluzione per la ripartenza partorita dal comitato di esperti? Condannare alla disoccupazione un milione di lavoratori, fra diretti e indiretti, far fallire centinaia di aziende che pagano le tasse, versano contributi, imposta di soggiorno e ritenuta per le locazioni turistiche?" si chiede Bettanin. "Noi siamo il settore che può garantire la ripartenza immediata del turismo: i turisti ora preferiscono alloggi che garantiscono sicurezza e privacy e sono diffusi anche nei borghi storici, dove gli alberghi non ci sono e non ci potranno essere se non con invasive opere di cementificazione che distruggerebbero la bellezza storica, artistica e paesaggistica di questi gioielli che solo il nostro paese può vantare e che rappresentano la vera unicità del Bel Paese. Il mondo intero si sta muovendo verso la ricettività in villa e in appartamenti, negli altri paesi europei il settore riceve incentivi, da noi è l'opposto: veniamo denigrati e declassificati tanto da condannare queste aziende alla chiusura".
Il turismo in appartamento o in strutture extra-ricettive rappresenta più del 55% dell'intero comparto dell'hospitality in Italia, il 4-5% del Pil nazionale. Il Piano Colao invita (nella scheda 49) a valorizzare e usare per uso turistico beni immobiliari di valore storico e artistico, attraverso bandi di gara per la concessione di questi immobili ad uso alberghiero, con l'obiettivo anche di valorizzare aree, come i borghi, "di grande valore storico e artistico, al momento non adeguatamente valorizzati." Questo è proprio lo spirito del settore extra ricettivo: valorizzare gli immobili esistenti e non cementificare il territorio. E' grazie alle strutture extra-ricettive che i turisti riscoprono e vivono i borghi storici, facendo da volano economico: secondo uno studio dell'Università Bocconi, infatti, per ogni turista la spesa destinata all'alloggio è pari solo al 23%: il resto è destinato a ristoranti, negozi, musei, servizi collegati. "Screditare la ricettività extra alberghiera significa non solo condannare i property managers ma anche gli operatori che vivono di questo mercato indotto e che milioni di persone tra ditte individuali e aziende" afferma Bettanin.
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