“È davvero
importante fermarci una volta ogni tanto, uscire dalla propria testa e vedere
le cose in prospettiva. In effetti, scoprire che guardavi le cose nel modo
sbagliato può essere quasi liberatorio. E all’improvviso vedi nuove
potenzialità, nuove possibilità, dove non le avevi mai viste prima”, questa pensiero, mutuato dalla serie televisiva Grey's Anatomy, ideata e creata da
Shonda Rhimes, ben si adatta ad una certa imprenditoria turistica ostica ad
ogni cambiamento
All’inizio di una stagione che potrebbe rivelarsi definitiva,
dando il là alla ripresa del settore oppure relegandolo ancora ad un periodo di
crisi che ormai sembra inarrestabile, pare giusto interrogarsi su quanto è
stato fatto e soprattutto se la realtà turistica italiana è stata considerata,
da tutti gli attori, sotto una prospettiva giusta.
La prospettiva non è certo quella dell’italica
filosofia, che annualmente ben si concretizza in un decreto legge denominato “mille proroghe”, tesa solo a rinviare
all’infinito la resa dei conti e, in sostanza, l’adeguamento ad una realtà che
ormai, da anni, è stata recepita ed accettata in buona parte del mondo.
Il turismo ha cambiato pelle ed ogni turista ha ben
chiare quali sono le sue esigenze e i suoi desideri.
Esigenze, necessità e desideri che si concretano in
una maggior mobilità, nella necessità di sinergia tra tutto il territorio ed
anche in un’agilità di pensiero e di azione che l’informatica e le nuove
tecnologie ormai esaltano quotidianamente.
Guerre di posizione per mantenere lo status quo inalterato,
che fino ad ora sono riuscite ad impedire riforme e modifiche, non sono più in
grado, in ogni caso, di garantire livelli economici ed occupazionali adeguati.
Dal momento nel quale si decide di partire per un
viaggio, sia al giorno del rientro, ormai, ci si confronta con la realtà, si
consultano siti internet, si prenotano musei, escursioni e ristoranti
attraverso telefono o tablet.
Orari e disponibilità, poi, sono modulati su mutati comportamenti
delle persone, cercando di andare incontro alla richiesta e non di impedire che
la stessa trovi risposte positive.
Se ci facciamo caso, invece, nel nostro Paese avviene
l’esatto contrario: musei chiusi nei giorni festavi, attività che si bloccano
sul far del tramonto, stabilimenti balneari che aprono prestissimo il mattino,
ma la sera non sono attrezzati per funzionare e del resto, nemmeno vi sono
forti richieste per modificare normative e regolamenti tuttora in vigore.
Non parliamo poi della sinergia tra le varie attività
del territorio…il risultato è sotto gli occhi di tutti, e i flussi si dirigono
verso altre località.
Occorre avere il coraggio di modificare radicalmente
l’approccio, di guardare la realtà con gli occhi di oggi e non con il
“desiderio” di portare indietro le lancette di quale decennio.
Fatica perfino a prendere piede il wi.fi. gratuito nei
luoghi di maggior affluenza, mentre all’estero tantissime località turistiche
sono ormai quasi totalmente coperte da segnale raggiungibile gratuitamente.
Sembra poco, ma il mosaico è composto da tanti tasselli:
nel caso italiano, sono molti gli elementi che non si riescono più a collocare
al posto giusto.
Il turismo è la nostra prima industria, con un numero
di occupati notevole e con un PIL di tutto rispetto: occorre avere il coraggio
di aiutarlo a crescere anche con una lotta dura contro le rendite di posizione
e contro quanti cercano di impedire trasformazioni ormai non più rinviabili.
La realtà o la guardiamo con gli occhi giusti, senza
falsi tentativi di cambiarla attraverso lenti colorate, o il rischio è quello
che la ripresa del settore venga ulteriormente allontanata nel tempo.
Ben sapendo che i flussi turistici, se prendono altre rotte
difficilmente poi torneranno indietro.
Beppe
Tassone
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