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giovedì 24 aprile 2014

Lago d’Orta: arte, ma anche vino e cucina

Il Lago d’Orta ha sempre affascinato scrittori, filosofi e artisti provenienti da tutto il mondo per la bellezza dei suoi paesaggi, il romanticismo delle sue atmosfere e la ricchezza del suo patrimonio artistico e culturale. Oggi, questo bacino piemontese attira anche per la robustezza dei suoi vini e la bontà della cucina locale, continuamente rivisitata e rielaborata da chef di grande livello. È il caso dell’etichetta “Cascina Eugenia 1641”, di proprietà di Alberto Alessi, fondatore e proprietario dell’omonima industria, che oggi rappresenta uno dei marchi più prestigiosi nel settore del design italiano di alto livello. Dal prossimo maggio, Alberto Alessi inizierà a commercializzare i suoi vini e realizzerà così il suo sogno di realizzare nel campo enologico, ovvero uno dei settori di eccellenza del Made in Italy, quello che i suoi antenati hanno realizzato nel mondo dei casalinghi con il loro ingegno e il loro impegno quotidiano. Alla base di tutto l’antica azienda agricola di Pratolungo di Pettenasco, una distesa di quattro ettari di terreno e una struttura del secolo scorso, perfetta per la produzione di vino. Ma il vino non sarà l’unica novità di casa Alessi, perché l’imprenditore – grande estimatore delle terre che abbracciano il Lago d’Orta – presterà grande attenzione anche al design della bottiglia. Una volta finito il contenuto infatti, il contenitore può diventare tranquillamente un oggetto di arredamento e design, in omaggio alla lunga e gloriosa tradizione di famiglia. Ma a testimoniare la grandezza di questi posti c’è anche una recente stella Michelin: Massimiliano Celeste, proprietario del ristorante “Il Portale” di Pallanza, che proprio recentemente ha ottenuto il tanto ambito premio per la sua cucina di qualità che ben rappresenta il territorio. Dopo una lunga esperienza acquisita in varie parti del mondo, in particolare in Oriente, Celeste fonde amabilmente i sapori tipici del lago d’Orta con le note e i profumi orientali ereditati dal suo bagaglio culturale. Le verdure servite nei piatti del suo ristorante provengono dal suo orto, dove viene raccolta verdura fresca e di stagione sia d’estate che d’inverno. Alla base della sua cucina, la filosofia della semplicità: i cibi nei piatti devono essere serviti in modo da essere compresi e apprezzati al meglio. Al bando quindi inutili sofisticazioni e via libera a cibi semplici, schietti, facilmente rintracciabili e identificabili con il territorio.

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