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giovedì 10 aprile 2014

Arcuri: "C'era una volta il Belpaese: ora è necessario "fare sistema" "

Arcuri: «Cultura, pubblico e privato: meglio il "silenzio operoso"» la ricetta dell'Ad di Invitalia

ROMA, 10 aprile 2014 - "Non è vero che l’Italia è il Belpaese. Lo era una volta: non dobbiamo avere di noi un’immagine distorta. Nel 2013 hanno viaggiato, nel mondo, oltre un miliardo di turisti; nel 2023 diventeranno 1,6 miliardi. L’anno scorso il volume di affari è stato di 6.630 miliardi di dollari, il 10% del Pil mondiale.

Nello stesso periodo di tempo, l’Italia è riuscita a intercettare 48 milioni di turisti, dei quali soltanto il 15% è andato a Sud di Roma.

Nel 1950 l’Italia era il primo paese al mondo nell’attrarre visitatori stranieri, con una quota di mercato pari al 19%. Una percentuale che è scesa al 16% nel 1960, fino ad arrivare al 4,8% nel 2013".

E' quanto scrive Domenico Artcuri, amministratore delegato di Invitalia, nell'editoriale di Artemagazine.it .

"Bisogna tornare al “silenzio operoso”: - scrive ancora Arcuri - forse si venderà qualche libro in meno ma si farà qualche passo in avanti in più. Occorre, poi, uscire dal paradosso dicotomico della contrapposizione fra conservatori (i tutor dello status-quo) e  imprenditori: la cultura è una merce da vendere sul mercato. E’ come assistere a una battaglia virtuale fra l’ieri e il domani. Mentre il problema è l’oggi. E’ utile, da questo punto di vista, ricordare il caso di Matera, trasformata da città della vergogna a città della memoria."

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