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martedì 29 dicembre 2015

Invasioni in Sardegna e influssi architettonici

La Sardegna conserva moltissime chiese, cattedrali, costruzioni religiose in stile architettonico romanico, tuttavia in quest'isola lo stile romanico ha assunto un'espressione caratteristica, con tratti che non trovano riscontro nelle costruzioni presenti in altri luoghi. Questo fenomeno si deve all’insediamento, in Sardegna, di diversi ordini religiosi provenienti da diverse città sia, italiane che francesi, che si è verificato durante il periodo medievale, quando in Sardegna si era stabilito una forma di governo particolare: il Giudicato.

Il sovrano, detto appunto Judex, dei quattro giudicati in cui era divisa la Sardegna, era coadiuvato da collaboratori, i curatòri: erano in genere persone colte e lungimiranti, propensi allo sviluppo culturale nella loro isola. D'altra parte, era risaputo che i diversi ordini monastici diffusi in tutto il territorio italiano dell'epoca, conoscevano ed applicavano nuove tecniche di coltivazione e di lavorazione dei prodotti agricoli, quindi richiamarli nell'isola, significava incrementare l'aspetto socio economico e al contempo quello architettonico.

Il propulsore di questo fenomeno fu un Judex, Baristone I, che, a capo del giudicato di Torres insieme a suo nipote Mariano I, nel 1063 fece richiamare nell'isola i monaci Benedettini di Montecatini, per ristabilire la moralità fra il clero, che stava assumendo comportamenti poco consoni ad un ordine religioso. In effetti egli proseguì il disegno del predecessore, suo padre Gonnario Comita, che aveva affidato la costruzione della Basilica di San Gavino di Porto Torres, a maestranze pisane. L'esempio del giudice di Torres fu seguito a ruota da altri governatori sardi, per cui si assistette all'invasione dell'isola da parte di svariati ordini monastici come i vallombrosani, i cistercensi, i camaldolesi, i vittorini, inoltre furono impiegate maestranze locali e francesi, soprattutto di origine provenzale e spagnola.  

L'architettura romanica in Sardegna ebbe un ragguardevole sviluppo e tuttora si ergono, a testimonianza, molte costruzioni dedicate al culto, il cui stile deriva dall’unione e dalla sinergia di influssi diversi, in quanto lo stile architettonico allora dominante (con i molteplici elementi caratteristici delle scuole di appartenenza), si è sviluppato attorno a quello nuragico, conferendo al romanico sardo, una connotazione singolare, inedita.

Il primo esempio di architettura romanica in Sardegna si trova a Porto Torres, rappresentato dalla Basilica di San Gavino, i cui lavori iniziarono nell'XI secolo ad opera di maestranze pisane, fu inaugurata nel 1080 dal giudice Mariano di Torres e dall'arcivescovo Costantino di Castra. Un esempio di romanico provenzale è rappresentato dalla Basilica di San Saturnino, dedicata anche ai santi Cosma e Damiano, la chiesa più antica di Cagliari.La costruzione rientra fra i più antichi complessi paleocristiani della Sardegna, nel 1089 il giudice Costantino Salusio lo donò ai monaci Vittorini di Marsiglia, che realizzarono i lavori di ampliamento e di restauro seguendo i dettami del loro stile architettonico.

Molto interessante dal punto vista architettonico, la bellissima Basilica di Saccargia che si erge a Codrongianos , in provincia di Sassari, in cui confluiscono influssi stilistici di diversa derivazione. La chiesa, in segno di ringraziamento per essere stato esaudito il desiderio di un erede, fu regalata da Costantino I ai Camaldolesi, che vi fondarono una loro abbazia, successivamente furono affidati interventi di ampliamento della chiesa e la costruzione del maestoso campanile, ad architetti appartenenti alla Scuola pisana, si deve invece a maestranze di Lucca la costruzione del portico, sulla facciata della chiesa, mentre gli affreschi dell'abside, nel XII secolo, sono attribuiti ad un ignoto artista dell'Italia centrale.

In provincia di Nuoro, nella città di Ottana, si può ammirare uno splendido esempio di architettura romanica di influsso Pisano: l'antica Chiesa di San Nicola, consacrata dal vescovo Zaccaria nel 1160. Al suo interno, affreschi attribuiti ad un artista francescano, rappresentano scene della vita dei santi Francesco e Nicola, accanto a due personaggi storici: il vescovo francescano Silvestro e il giudice d'Arborea Mariano IV. L'affascinante Cattedrale di Sant'Antioco, costruita in una zona isolata in prossimità di Chilivani, presso Ozieri, sorge su una collinetta di origine vulcanica, unica costruzione dell'area che domina in tutta la sua bellezza. Ci offre un esempio della miscellanea di diverse maestranze, infatti ai monaci Cistercensi si devono gli influssi francesi con le maestranze di origine borgognona, ma non mancano elementi caratteristici del romanico lombardo e del romanico pisano.

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